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    Dr.ssa Manuela Pulvirenti
    Oculistica e Chirurgia
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Oculistica Catania
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CHIRURGIA REFRATTIVA
CHIRUGIA REFRATTIVA CORNEALE
CHIRURGIA DELLA CATARATTA
CAPSULOTOMIA YAG LASER

 

 

CHIRURGIA REFRATTIVA

La chirurgia refrattiva comprende numerose tecniche chirurgiche che servono ad eliminare o a ridurre il bisogno di occhiali o lenti a contatto. Tali procedure correggono i difetti refrattivi modificando il punto di messa a fuoco dell’occhio.
La maggior parte dei pazienti sono soddisfatti dall’uso di occhiali o di lenti a contatto. Esistono però altri che desidererebbero liberarsi dalla dipendenza dagli occhiali o dalla necessità di utilizzare lenti spesse per poter ottenere la visione migliore; altri ancora non riescono più a tollerare l’uso delle lenti a contatto; per altri, il difetto visivo rappresenta un criterio di esclusione per alcune categorie di lavoro.
La chirurgia refrattiva è nata e si è affinata nel tempo per rispondere a tutte queste esigenze.
Esistono delle tecniche (PRK e LASIK) che rimodellano la superficie corneale, modificando la curvatura e rimuovendo una piccola porzione della cornea, con lo scopo di far convergere sulla retina (il tessuto sensibile alla luce che riveste la superficie interna dell’occhio) i raggi luminosi provenienti dall’esterno.  
Altre tecniche di correzione dei vizi di refrazione comprende l’impianto di lenti intraoculari (IOL) fachiche, cioè l’impianto di lenti artificiali che vengono poste all’interno dell’occhio per mettere a fuoco la luce precisamente sulla retina, senza togliere il cristallino.

 

CHIRUGIA REFRATTIVA CORNEALE

Le tecniche attuali sono la PRK e la LASIK. Viene utilizzato un laser ad eccimeri, controllato da un computer, che crea un’ablazione del tessuto corneale a livello dello stroma.

Prima di poter sottoporsi ad un qualsiasi tipo di chirurgia refrattiva, è necessario eseguire una visita oculistica specialistica e alcuni esami, tra i quali la topografia corneale (per lo studio della curvatura e della regolarità della superficie corneale), la pachimetria (la misurazione dello spessore della cornea), la pupillometria (per valutare il diametro della pupilla in diverse condizioni di luce), l’aberrometria (l’analisi delle distorsione che subisce un raggio luminoso nel tragitto per attraversare l’occhio).
L’ottenimento del risultato può richiedere in alcuni casi un periodo di assestamento di qualche mese. La capacità visiva tende sempre a migliorare, ma talvolta può rimanere un piccolo residuo refrattivo, che può essere corretto successivamente con un secondo intervento di minor entità.
Gli interventi di chirurgica refrattiva corneale sono poco invasivi, non necessitano di degenza, si effettuano in anestesia locale, mediante gocce di collirio anestetico.
E’ necessaria una buona collaborazione da parte del paziente ed è fondamentale eseguire in maniera scrupolosa la terapia per e post-operatoria assegnata dal medico.
Tali raccomandazioni sono importanti per ricordarsi che, anche se semplice e veloce, la chirurgia refrattiva è pur sempre un intervento chirurgico del quale non deve essere sottovalutata l’importanza per non favorire la comparsa di effetti indesiderati.

 
Nel caso della Cheratectomia fotorefrattiva (PRK), si utilizza il laser ad eccimeri per rimuovere e rimodellare la superficie corneale. La tecnica prevede una fase preliminare di rimozione meccanica dello strato più esterno della cornea, l’epitelio corneale.

Una lente a contatto protettiva viene generalmente posta sull’occhio al termine dell’intervento, per accelerare il processo di guarigione dell’epitelio, che generalmente impiega tre o quattro giorni. Siccome la PRK agisce sulla superficie esterna della cornea, i pazienti provano alcuni fastidi dopo l’intervento: dolore, lacrimazione, senso di corpo estraneo o fotofobia. In alcuni casi si può verificare la comparsa, precoce o tardiva, di opacizzazione, dovuta al processo di cicatrizzazione (haze), che in taluni casi riduce a qualità della vista.
Il tempo di recupero visivo dura diverse settimane e può arrivare anche fino a diversi mesi.
Essa viene utilizzata per ridurre miopie di grado lieve, medio ed elevato , ipermetropie di grado lieve o moderato e l’astigmatismo.
La  LASIK (Laser In Situ Keratomileusis), è una tecnica refrattiva in cui si crea un lembo superficiale corneale (flap) che viene esclusivamente ribaltato ma non rimosso, prima di modellare la superficie corneale mediante laser ad eccimeri. Tale lembo corneale può essere creato meccanicamente, mediante una lama (cheratotomo) o mediante un laser a femtosecondi.
Poiché l’epitelio non viene rimosso, i fastidi e il dolore sono quasi annullati e non è necessario ricorrere all’uso di lenti a contatto. Per qualche giorno sarà importante non urtare o strofinare l’occhio trattato.
Il recupero visivo è quasi sempre rapido.
CHIRURGIA REFRATTIVA INTRAOCULARE (impianto di Lenti Fachiche)
In caso di errori refrattivi elevati (miopia, ipermetropia e astigmatismo), la chirurgia corneale non è possibile, poiché sarebbe necessario rimuovere troppo tessuto corneale. In questi casi è possibile inserire una lente artificiale all’interno dell’occhio, al davanti del cristallino naturale, preservando così la capacità di messa a fuoco per vicino.
Poiché le lenti fachiche sono inserite all’interno dell’occhio mediante un intervento chirurgico, il rischio di complicazioni è maggiore della chirurgia refrattiva corneale.
Inoltre è necessario controllare periodicamente lo strato più interno della cornea (l’endotelio), poiché si è osservato nel tempo una riduzione del numero di cellule endoteliali.

 

 

CHIRURGIA DELLA CATARATTA

La cataratta è l’opacizzazione del cristallino, la lente presente all’interno del nostro occhio. Quando la lente diventa opaca, i raggi luminosi non passano facilmente e la visione risulta offuscata.
Per poter curare tale patologia è necessario sottoporsi ad un intervento chirurgico.

La tecnica attuale di estrazione della cataratta è nota come facoemulsificazione. Essa utilizza strumenti che emettono onde ad ultrasuoni in  grado di frammentare ed aspirare la cataratta.
Gli strumenti vengono inseriti attraverso una piccola incisione corneale.
Successivamente si inseriscono delle lentine artificiali, molto spesso piegate ed inserite mediante appositi manipoli, per poter entrare da incisioni di entità limitata. La lente artificiale è permanente, non si deve sostituire dopo tempo, è perfettamente tollerato dall'occhio e non è possibile alcuna reazione di "rigetto".
La tecnologia mette a disposizione cristallini artificiali per ogni necessità: accanto alle lentine intraoculari “standard” esistono delle lentine definite “premium”, che si differenziano per qualità dei materiali, disegno, possibilità di correzione di difetti complessi (come l’astigmatismo), presenza di filtri di protezione per la retina, etc.

L’intervento viene eseguito in anestesia locale. Se la cataratta è presente in entrambi gli occhi, l’intervento verrà eseguito separatamente, a distanza di qualche settimana.
Viene eseguito in regime ambulatoriale, cioè il paziente torna a casa subito dopo l’intervento, senza necessità di ricovero.
Durante l’intervento il paziente è in grado di vedere la luce e alcuni movimenti, ma è richiesta la sua collaborazione nel tenere fermo l’occhio. Una speciale pinzetta terrà aperte le palpebre.
Al termine dell’intervento, l’occhio operato verrà bendato.
Al paziente verrà prescritta una terapia domiciliare generale, con antibiotico, e locale, con colliri antibiotici e anti-infiammatori.
E’ inoltre necessario rispettare le raccomandazioni del proprio oculista. Tra queste il divieto di praticare attività fisicamente impegnative e di strofinarsi gli occhi. E’ consigliabile indossare occhiali da sole per proteggere l’occhio operato.
Bisogna ricordarsi che l’intervento di cataratta, sebbene abbia raggiunto elevati livelli in termini di risultato ottenuto e di sicurezza, necessità di particolare attenzione. Sono infatti sempre possibili complicanze, quali infezioni, infiammazioni, sanguinamenti, complicanze retiniche, etc.
Il recupero visivo è legato alle condizioni dell’occhio preesistenti o concomitanti alla cataratta (es. la degenerazione maculare senile, il glaucoma o la retinopatia diabetica); anche in queste condizioni che limitano il recupero visivo, tuttavia è utile sottoporsi alla chirurgia della cataratta.
Si può discutere con il proprio oculista circa la propria personale condizione per valutare i possibili rischi e benefici.

CAPSULOTOMIA YAG LASER

La capsula che contiene il cristallino artificiale può opacizzarsi a distanza di tempo, determinando un calo del visus progressivo. Questa condizione, detta cataratta secondaria, può essere risolta mediante un trattamento laser, chiamato capsulotomia laser. Durante la procedura si crea in maniera indolore e veloce una piccola apertura nella capsula opacizzata, ripristinando così la funzione visiva.
La cataratta secondaria è più frequente quanto più giovane è il paziente.