ECOGRAFIA BULBARE
La tecnica utilizza gli ultrasuoni per la valutazione delle patologie del vitreo, della retina, della coroide e dei tessuti orbitari anche in presenza di opacità dei mezzi oculari. Ad esempio essa consente di controllare la retina in presenza di cataratte evolute che non permettono lo studio del fondo oculare. Esistono diversi tipi di ecografia, che utilizzano sonde a frequenza diversa per dare informazioni differenti. In generale gli ultrasuoni utilizzati in oculistica rispetto ad altre specialità hanno una frequenza maggiore, per ottenere una minore penetrazione delle onde, considerata la posizione superficiale dell’occhio. Nel caso dell’ecografia B scan, si usa una sonda da 12 MHz, per ottenere una sezione acustica delle strutture dell’occhio e dell’orbita. Nel caso dell’ecografia A scan, si utilizza una sonda da 8 MHz che emette un singolo fascio non focalizzato di ultrasuoni per studiare gli echi di ritorno delle strutture in esame. E’ un esame ultraspecialistico che permette di migliorare la precisione di diagnosi della metodica, ma è più difficile da comprendere rispetto ad un esame ecografico B scan, poiché è formato da una serie di picchi ad altezza variabile a seconda del tessuto che incontrano. E’ molto utile nella diagnosi e follow-up delle patologie tumorali oculari. L’esame ultrabiomicroscopico (UBM) utilizza sonde da 50-100 MHz per visualizzare le strutture più anteriori dell’occhio, come la cornea, l’angolo irido-corneale, l’iride e i corpi ciliari, che in alcuni casi non sono visibili con altre metodiche.




